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Il nostro edificio è una sorta di scrigno, che racchiudeva e proteggeva la produzione manifatturiera che si svolgeva al suo interno, consentendo l’ingresso da una sola apertura principale.
Un edificio come questo ben rappresenta il DNA dell’economia di Prato: tradizione e innovamento, principi consolidati e dinamicità di intrapresa.
Il tema del recupero, da svolgere per l’insediamento della nuova sede della Camera di Commercio di Prato, è quanto di meglio potevamo augurarci per un edificio del genere. Da involucro adibito al contenimento di una attività produttiva, a sede di un ente che fa da promotore per le attività produttive e commerciali, e che quindi si rivolge verso la città, il territorio, il mondo.
Un tempo la materia prima vi entrava dalla porta centrale per essere lavorata in modo discreto al suo interno, e poi uscire sotto nuova forma.
Oggi la materia prima è costituita dal ruolo che svolge la Camera di Commercio, un ruolo caratterizzato da uno spiccato sistema di relazioni con tutto il sistema produttivo e di consumo.
E’ qui che la sfida assume i suoi connotati: da edificio chiuso come un guscio protettivo, a edificio aperto, capace di comunicare e lasciare trasparire le attività che vi vengono svolte.
La nostra sfida sarà quindi quella di connettere l’edifico col contesto, renderlo trasparente, permeabile, aperto all’interazione con la città.
Ispirati dai teli delle tessiture, quando transitano dai telai che li tessono, abbiamo pensato ad una tenda pieghettata di vetro, che tamponando le facciate nord e sud, e attraversando tutto l’edificio gli darà un nuovo confort e una nuova riconoscibilità. Sarà come infilare un nuovo edificio di vetro dentro quello preesistente. Il risultato sarà quello di una fusione tra due visioni: la chiusura e l’apertura, senza rinunciare alla protezione. La piazza interna, coperta dalla tenda di vetro, diventerà un giardino, una sezione della natura delle colline circostanti trasportata qui per conferire benessere all’edificio e incrementare la dotazione del verde, costituirà il cuore dell’edificio, intorno al quale ruoteranno e si relazioneranno tutte le funzioni. La riduzione di verde, determinata dalla realizzazione del parcheggio, sarà così debitamente compensata.
Arrivare all’edificio trasformato e entrare nel suo cuore-giardino sarà come raggiungere una sorta di oasi metropolitana. La vita delle persone che lavoreranno nell’edificio, come i fruitori, ne troveranno un grande giovamento.