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Uno tra gli ultimi “buchi neri” della città dovuti alle distruzioni belliche è quasi ultimato nella sua ricostruzione. E’ un intervento di restauro urbano, ovvero è un contributo alla ricomposizione dei Lungarni, piuttosto che alla rappresentazione di un singolo edificio. Ci siamo applicati per riedificarlo com’era e sulla medesima impronta a terra, convivendo con gli scavi archeologici durante tutto il periodo di ricostruzione, cambiando in corsa soluzioni statiche e distributive per scansare i reperti meritevoli di conservazione. Nell’interrato, adibito a garages e cantine per le abitazioni soprastanti, si possono ammirare pezzi di generose dimensioni del bastione del ‘500 e del precedente del ‘400, che credevamo completamente raso al suolo dai Pisani stessi, insorti nel 1495 contro i Fiorentini. La scoperta di un insediamento medioevale, dedito con i suoi forni alla produzione proto industriale di campane, ha cambiato le conoscenze della storia di Pisa ed è stata lasciata in vista in una finestra di scavo. Inoltre è stata individuata la posizione della chiesa di Sant’Andrea in Kinzica, per la quale meriterebbe continuare gli scavi all’interno del Giardino Scotto. L’edificio, pur antico nel suo aspetto, è moderno nei suoi contenuti: portiamo l’auto nell’interrato con l’ascensore, il riscaldamento e il condizionamento sono ad alto rendimento in pompa di calore, l’acqua calda sanitaria viene prodotta col calore di recupero dei compressori. E’ un edificio vincolato come ex 1089 e situato in zona di rispetto delle mura e dei Lungarni. E’ inoltre soggetto a vincolo archeologico.